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Dott. Ing. Roberto Piccin NEWS

CANTINE

 

DEA RIVALTA   (Bigolino di Valdobbiadene - TV)

 

Sicurezza dei varchi/barriere antitaccheggio

BARRIERE ARCHITETTONICHE “ELETTROMAGNETICHE”

 

L’attraversamento di varchi/barriere antitaccheggio è oramai divenuto una consuetudine. Tali dispositivi sono infatti presenti in moltissimi luoghi, ad esempio:

 

- supermercati;

- negozi di abbigliamento;

- banche;

- aeroporti;

- biblioteche;

- ecc.

        

 

 Molte volte questi varchi magnetici sono camuffati:

 

 

e sempre più spesso i costruttori di tali varchi iniziano a proporre anche soluzioni “invisibili” o “a scomparsa”:

 

 

Pochi sanno però che tali dispositivi  possono emettere Campi Elettromagnetici e questi a volte possono assumere dei valori considerevoli e pericolosi per eventuali soggetti sensibili.

 

Ma chi sono i soggetti sensibili ai Campi Elettromagnetici e quindi anche ai varchi antitaccheggio?

 

Il Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province Autonome, in collaborazione con l’ISPESL e l’Istituto Superiore di Sanità ha stilato una lista di soggetti da considerare particolarmente sensibili, tra i quali ricordiamo in particolare:

 

a) i portatori di pace-maker;

b) i portatori di altri tipi di stimolatori o apparecchiature elettriche o elettroniche;

c) i portatori di clips vascolari o schegge in materiale ferromagnetico;

d) i soggetti in possesso di protesi metalliche di qualunque tipo (per pregresse fratture, interventi correttivi articolari, ecc.), viti, chiodi, filo, ecc.;

e) le donne in stato di gravidanza.

 

L’estratto di lista di cui sopra si riferisce ai lavoratori sensibili ai campi elettromagnetici. A questi, parlando in generale della popolazione, si dovranno aggiungere altri soggetti (bambini, ecc.).

 

Per fare in modo che i soggetti sensibili possano individuare le sorgenti di campo elettromagnetico e quindi vengano esposti minimamente a detti campi, i varchi/accessi antitaccheggio dovrebbero essere segnalati con contrassegni ben visibili al fine di impedire l’ingresso incidentale dei soggetti sensibili. Di seguito esempio di possibile segnaletica prevista dall’attuale normativa:

 

 

I responsabili di tali zone di passaggio (quindi i responsabili dei locali dove sono installati questi varchi/barriere antitaccheggio) per i soggetti sensibili sono tenuti ad attuare sistemi alternativi di rilevamento che non arrechino potenzialmente danni alla salute.

Per permettere ai responsabili/titolari di detti varchi di essere sicuri di trovarsi di fronte a “veri” soggetti sensibili (si potrebbe infatti avere la possibilità, non remota, che una persona dica di essere “soggetto sensibile” al solo fine di eludere il controllo antitaccheggio):

 

  • i soggetti sensibili dovrebbero essere dotati di tesserino identificativo rilasciato dalla competente Azienda Sanitaria Locale (ASL) che così permette loro di essere esentati dai controlli o rilevamenti effettuati mediante l’utilizzo di campi elettromagnetici.

 

  •  le donne in gravidanza dovrebbero avere con se idoneo certificato medico, aggiornato, ad esempio, ogni due mesi, che ne attesti lo stato.

 

Si vuole infine far notare che l’impossibilitàdi consentire l’accesso attraverso varchi alternativi di rilevamento potrebbe comportare, di fatto, la classificazione del relativo locale come dotato di barriera architettonica e la conseguente applicazione della normativa prevista dall’Articolo 24 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate); dal Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503 (Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici); dall’Articolo 1 della Legge 9 gennaio 1989, n. 13 (Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati); dagli Articoli 2, 7, 10 e 11 del Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche).

Di fatto si può parlare quindi, come dice il titolo del presente articolo, di: “Barriera architettonica elettromagnetica” .

 

 

Vi raccomandiamo quindi di fare molta attenzione alla valutazione dei rischi nei luoghi dove sono presenti tali apparecchiature: non solo nei confronti dei lavoratori (quante volte si vedono cassiere o personale di vigilanza che staziona anche per lungo tempo nei pressi di tali varchi) ma anche nei confronti della popolazione generica (bambini, portatori di protesi all'anca, donne in gravidanza, ecc.).

 

 

Infine, se avete clienti o negozi in Puglia, qua c'è una Legge Regionale apposita: Legge Regionale 22 febbraio 2005, n. 4 "Tutela dei soggetti portatori di sistemi elettronici vitali: esonero dal passaggio di varchi dotati di apparecchiature a rilevanza elettromagnetica” e, qualora nell'attività si abbiano dei varchi/barriere antitaccheggio, c'è anche una pratica di parere ARPA da portare avanti.

 

 

Contattatemi per maggiori informazioni.

 

TERMOGRAFIA

Sono in grado di supportarvi in analisi termografiche di cui potreste necessitare in svariate applicazioni e settori.

 

Svolgo sopralluoghi e analisi termografiche in tutto il territorio nazionale .

  

Per ulteriori informazioni o per un preventivo gratuito di spesa non esitate a contattarmi :   Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.">

 

Di seguito si riportano alcune nozioni sull'argomento.

 

 

INTRODUZIONE

 

Tutti i corpi ad una temperatura superiore allo zero assoluto (-273,15 °C) sono in grado di emettere radiazioni infrarosse (IR).

 

Queste radiazioni elettromagnetiche di origine termica sono rese visibili tramite una tecnica detta termografia. Si tratta di un’analisi non distruttiva che permette l’acquisizione di immagini bidimensionali nel campo dell' IR. Le immagini si traducono in una mappatura bidimensionale del grado di irraggiamento di un corpo e quindi della sua temperatura superficiale. Dall’analisi della distribuzione della temperatura è possibile mettere in evidenza eventuali anomalie o difetti, oppure confermare il buon funzionamento di un dispositivo.

 

 

 

 

 

 

 

LA TERMOGRAFIA AD INFRAROSSI (IR) ...

 

La termografia ad infrarossi (IR) rappresenta uno strumento preciso di misurazione delle temperature e conseguentemente una
tecnica diagnostica efficace ed economica in diversi campi di applicazione: dalla gestione del consumo energetico, all' indagine qualitativa di prodotti e manufatti, alla manutenzione preventiva d'impianti e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Mediante l'uso della termografia è possibile rendere visibile ed analizzare l'emissione di energia irraggiata sotto forma di raggi infrarossi, energia che tutti i corpi emettono ma che è invisibile all' occhio umano.
 

Mediante le nostre attrezzature di ultima generazione è possibile ottenere termografie ad alta definizione di qualità superiore utili sia in campo industriale che per il rilievo su edifici, monumenti e beni architettonici, o in particolari perizie di tipo ambientale.

 

 

 

 

INDAGINI ATTRAVERSO LE RADIAZIONI INFRAROSSE (IR)

 

La termografia ad infrarossi è una tecnica di verifica non distruttiva che viene implementata attraverso speciali termocamere sensibili alla radiazione infrarossa (IR).

 
Con essa è possibile evidenziare preventivamente eventuali anomalie in tutti gli apparati che producono o cedono calore.

 
Il nostro servizio di termografia trova applicazione in molteplici ambiti: dal campo dell’ingegneria civile a quello industriale e può quindi essere integrato nei vari iter di manutenzione, sulla profilassi di anomalie a favore dello studio e della ricerca di valide proposte di miglioramento sulle generali condizioni delle macchine e degli impianti.   

 

 

 

ALCUNE DELLE NOSTRE APPLICAZIONI CON LA TERMOGRAFIA IR

 

Termografia settore edile

 
Valutazione qualitativa fabbricati , audit termografici delle prestazioni termiche degli edifici, controllo pannelli solari fotovoltaici, quantificazione interventi di ristrutturazione, supporto per certificazione energetica, indagini per ricerca perdite impianti di riscaldamento, ricerca infiltrazioni d' acqua, muffe.
Individuazione ponti termici, dispersioni termiche. Termografia per valutazione risanamento umidità. Perizie termografiche per interventi di restauro di beni pubblici ed edifici storici. Ricerca guasti su perdite idriche. Tracciatura impianti idrici e termosanitari sotto traccia. Servizi di diagnostica per amministrazioni condominiali.

 


Termografia settore industriale

 
Ricerca guasti impianti elettrici ed oleodinamici, controllo impianti fotovoltaici, manutenzione predittiva impianti, manutenzione predittiva macchinari, manutenzione predittiva quadri elettrici BT/MT/AT e linee blindate, quantificazione danni, ottimizzazione processi produttivi, ricerca ed ottimizzazione interventi di manutenzione, termografia impianti elettrici ed apparati, controllo camini ed elementi refrattari, controllo pipe line, controllo forni ed isolamento forni, controlli isolamenti in impianti ceramici, controllo irraggiamento termico in ambiente di lavoro, controllo termografico su impianti di teleriscaldamento, audit termografici su applicazioni industriali, controllo impianti energie rinnovabili.

 


Termografia ambientale

 

Controllo acque superficiali ove sia richiesta una verifica delle temperature, supporto alla sicurezza sull' ambiente di lavoro mediante il controllo microclimatico ed individuazioni fattori alteranti, controllo termografico su discariche, verifiche qualitative degli isolanti.

 

 

 

 

 

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Perché i tasti del telefono sono messi così?

La tastiera di un comune telefono, con le sue tre file di tre numeri e lo zero al fondo, è una delle cose più familiari che abbiamo per le mani quasi tutti i giorni, tanto da darla per scontata e non pensare mai che a un certo punto, nella storia, qualcuno si prese la briga di inventarla e di mettere i dieci tasti in quella posizione e non in un’altra.

Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta i Bell Labs, l’insieme dei laboratori di ricerca e sviluppo della compagnia telefonica statunitense Bell, dovettero affrontare il problema del passaggio dai telefoni con il classico disco combinatore (quelli con la ruota forata in corrispondenza dei vari numeri, che da noi sopravvissero fino quasi alla fine del secolo) ai nuovi modelli su cui era possibile comporre il numero pigiando i tasti. Si trattava di un importante passo avanti per rendere più pratica la composizione dei numeri di telefono, ma bisognava studiare un efficace schema per il posizionamento dei tasti.

 

 

I Bell Labs presero molto sul serio la cosa ed elaborarono un gran numero di diverse soluzioni: dai tasti collocati a scaletta a quelli messi in cerchio, passando per versioni più creative, ma meno pratiche. Ogni soluzione fu testata da centinaia di volontari per capire quale schema rendesse più rapida e precisa la composizione dei numeri.

Alla fine dei test il modello attuale cui siamo tutti abituati prevalse sugli altri, ma furono necessarie altre prove per verificare se fosse più pratico fare iniziare la numerazione dal primo tasto in alto a sinistra o dall’ultimo in basso a sinistra, come avveniva sulle calcolatrici. I test dimostrarono che la prima soluzione consentiva di comporre più rapidamente i numeri e fu scelta quella. Per questo motivo la tastiera dei telefoni è organizzata su tre file da 1 a 9 con lo zero lasciato da solo, al fondo al centro, mentre quella delle calcolatrici va da 9 a 1 partendo in alto da destra con lo zero al fondo, di solito vicino al tasto per inserire la virgola dei decimali.

 

 

Prima di approvare definitivamente lo schema dei tasti, quelli dei Bell Labs si misero in contatto con i principali produttori di calcolatrici dell’epoca per chiedere come mai avessero ordinato i tasti dal basso verso l’alto e non viceversa. Nessuno diede una risposta convincente e si arrivò alla conclusione che la scelta dei primi produttori fosse stata semplicemente arbitraria. Lo stesso schema delle calcolatrici fu adottato anche per le tastiere numeriche dei computer qualche tempo dopo.

 

Fonte: www.ilpost.it

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